sabato 9 giugno 2012

Fuoricorso




Facoltà di Architettura a Venezia. In cortile, tra gli studenti in pausa, anche lui (1).

E qui (tralasciamo la sua identità) inizia la parte in cui mi vien da pensare quanto un buon libro (come un canide lo è per gli affetti) sia: Ancora di salvezza, segreta Baia nutriente e Vascello per mondi interni ed esterni alla propria condizione. Ovunque, in ogni situazione (2), per ogni fascia sociale.

Ora, tutti quei bellissimi guazzabugli tecnologici tipo Kindle o iPad posson fare altrettanto? No.
Che poi per studio/ricerca siano di una comodità impagabile, nuove prospettive e tutto il resto, ok! ma non è questo il punto.

Entusiasti del Tech ammettetelo, di quei cazzo di libri digitali ne finite almeno mezzo? (millequattrocento in uno?! Sì, come no) 

Sepolto da una pila di suoi colleghi di fianco al comò, un libro vero: consunto, sgualcito, odoroso e infestato da pescietti e scarpìe (3); magari ci metterà degli anni, ma prima o poi la sua presenza si farà sentire. E si dovrà pur riprenderne la lettura, concluderlo magari. Foss'anche per l'ingombro, non bastasse l'empatia per la povera anima pia che lo prestò privandosene (eh già, ne ho un mucchio che gridano vendetta). 
Nel frattempo, mentre il testo giace in attesa del suo momento: figli, fratelli, nipoti o amici ci passeranno davanti; una o innumerevoli volte. E così, anche se all'apparenza puntualmente ignorato, quella copertina, quel titolo, quella presenza fisica e immateriale al tempo stesso si pianterà nella mente, si farà strada a poco a poco nella terra nera dell'inconscio e il giorno giusto spunterà dal cranio.
Senza un come ed un perché a qualcuno verrà voglia di leggerlo, sfilandolo dal mucchio o ricomprandolo a due soldi ad una bancarella. Talvolta si crederà di fare la sua conoscenza per la prima volta, invece lui magari è da quando si è bambini che ci osserva scorrazzare davanti alla libreria di Mamma e Papà.

Al suo digi-clone dimenticato pure lui (nei dati elettronici però) temo sia preclusa questa dimensione attiva nell'oblio. Un maestro silenzioso in meno purtroppo. A parte forse quanto concerne la condivisione esponenziale, gli archivi facilmente traslocabili e gli infiniti richiami/link/bibliografie in tempo reale...hmmm...ripensandoci il digitale ha qualità utilizzabili altrettanto bene dalla Divina Provvidenza, dalla Sincronicità o dall'Inconscio Collettivo se preferite.
E poi la possibilità di riprodurre un file all'infinito è un nuovo salto epocale, in effetti.
Le potenzialità della stampa a caratteri mobili decuplicate.
A patto di avere una presa della corrente, chiaro.

P.S. Ma poi dopo tutta sta broda, il libro si vede nel disegno? Macché.


(1) No, mica per niente, a me manca soltanto il cappellino (eravate attenti l'atra volta, no?!?)...e la chioma, ok.
(2) Provaci a fare un giro nei bassifondi col tuo tecnogioiellino. Ma anche solo un Viaggio degno di questo nome. Provaci, poi mi dici.
(3) Altre adorabili dissertazioni sul termine, QUI.

giovedì 7 giugno 2012

Scolaretto 1931

60 SECONDI
O anca manco*, ma non c'era nessuna gara in ballo.
Ero la che mi allenavo sui vestiti d'epoca rapinando le foto di famiglia, nulla più.
Poi però ti vien fuori un bimbetto che ricorda il giovane Ratzinger.

P.S. Aspettatevi la classe al completo. Senza l'emissario di Dio in terra però.

* o anche meno

venerdì 1 giugno 2012

Sconosciuta di inizio Marzo

Visto che questo foglio a suo tempo scartato, continua ad affiorare dal mucchio, e dato che il Blog necessita di presenza femminile: riesumiamo pure tal disegno di qualche mese fa, anche se come si vede dalla giacca, nettamente Fuori Stagione (deve essere una qualche costante del periodo).
A proposito, avviso alle donzelle: Servon modelle! il momento è propizio.